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Le zone costiere sono aree di transizione tra l’ambiente marino e l’ambiente terrestre. Questo le rende sistemi molto sensibili a fenomeni sia naturali che antropici. La loro conformazione deriva dall’equilibrio che si viene ad instaurare tra le pressioni dell’ambiente marino, che tende a prelevare materiali mediante erosione, e l'ambiente terrestre che al contrario tende a depositare materiali. Le fasce costiere sono tuttavia zone densamente abitate e ricche di attività di tipo produttivo, spesso condotte senza considerazione degli equilibri ambientali. Data la rilevanza di questi ambienti, la Comunità europea ha presentato una strategia unitaria chiamata Integrated Costal Zone Management (ICZM) e nel 2007 è stato varato il progetto Eurosion. L’obiettivo di queste azioni è quello di favorire lo sviluppo sostenibile delle aree costiere che preveda il loro sfruttamento da parte della popolazione attuale, ma anche di preservarle per le generazioni future.

 

Le variazioni della linea di costa in corrispondenza della foce del fiume Volturno riportati nel programma GIS (Ruberti et al.,2009)La corretta gestione di una zona costiera deve essere affrontata mediante un approccio multidisciplinare, in quanto nelle dinamiche di questo ambiente entrano in gioco fenomeni naturali ed antropici molto diversi tra di loro. Pertanto è necessario integrare una grande quantità di dati per avere un quadro chiaro di come affrontare tale problematica. L'integrazione di dati di diversa provenienza può essere effettuata grazie ad un software GIS (Geographical Information System) che permette di creare banche dati di informazioni georeferenziate che possono essere rappresentate insieme in un unico livello oppure su più livelli sovrapponibili tra di loro. I dati geoferferenziati uniscono all'informazione di cui si vuole studiare la distribuzione (biologica, geologica, economica) la posizione nella quale è stata rilevata; la possibilità di vedere dati molto diversi tra di loro riportati insieme sulla stessa cartografia rende possibile analisi di tipo causa-effetto. Nel caso dei sistemi costieri, l'integrazione dei dati in ambiente GIS fornisce un quadro della situazione evidenziando le relazioni tra gli effetti visibili nel territorio e le possibili cause dei fenomeni in atto; questo tipo di analisi è alla base per studi ecologici e socio-economici finalizzati a scelte di gestione del territorio.

 

Ci espone la ricerca la Prof. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , docente di Sistemi Informativi Territoriali presso il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie per l'Ambiente ed il Territorio, e autrice di molti articoli su riviste nazionali ed internazionali

 

 

Alcuni geologi del DiSTABiF e del Dipartimento di Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente hanno predisposto un sistema informativo territoriale del Litorale Domitio, il tratto di costa che si estende dalla Piana del Garigliano fino a Monte di Procida caratterizzato da coste basse e sabbiose e collegato alla dinamica dei fiumi Garigliano e Volturno.

 

 

Questo tratto di litorale campano è intensamente urbanizzato e sfruttato da attività agricole e zootecniche. Si tratta di un sistema costiero dove l'attività antropica ha modificato notevolmente le dinamiche naturali, portando nel tempo al prevalere dell'attività erosiva del mare su quella deposizionale dei fiumi, con conseguenti arretramenti della linea di costa. Il sistema informativo relativo ad un'area costiera è stato definito SIC (Sistema Informativo Costiero), e permette l’integrazione dei dati relativi all'evoluzione del territorio (studi sedimentologici, analisi dell’idrografia superficiale) con quelli relativi all'uso del suolo e le attività svolte lungo la fascia costiera (monitoraggio chimico, biologico e biochimico).

Le informazioni acquisite dallo studio offrono un quadro inquietante dello stato “di salute” del litorale Domitio: le attività agricole e zootecniche, insieme alla mancanza di un opportuno impianto di depurazione delle acque, sono la causa  della contaminazione di sedimenti marini e acque costiere, inoltre, a causa delle pressioni antropiche si è registrata dall’inizio del 1970 la perdita di 34 ettari di spiaggia, la completa distruzione del delta del fiume Volturno e la sparizione di buona parte del sistema dunare costiero.

 

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