Valutazione attuale: / 8
ScarsoOttimo 

 

La temperatura media della crosta terrestre cresce all'aumentare della profondità con un andamento conosciuto come gradiente geotermico. In alcune zone della crosta si registra un aumento di temperatura superiore a quello medio a causa della presenza di masse magmatiche (fluide, già solidificate o in via di raffreddamento). Il calore che viene rilasciato da queste masse si muove secondo meccanismi che regolano il trasporto del calore, e utilizza, come vettore di trasporto, fluidi composti da gas, vapore e/o acqua meteorica. Quest'ultima infiltrandosi in profondità, circola nel sottosuolo attraverso rocce via via più calde e permeabili, e viene riscaldata a volte fino a temperature elevate. Il fluido, una volta riscaldato diventa più leggero e tende a muoversi con più faciltà verso l’alto. Una parte raggiunge la superficie terrestre ed un'altra resterà nel sottosuolo, intrappolato nelle fratture e negli strati porosi di rocce serbatoio, creando un sistema geotermico. Questi sistemi si classificano in base all'energia in gioco che può essere bassa, media o alta a seconda della temperatura che viene raggiunta dal fluido.

Nella zona nord della provincia di Caserta è presente un apparato vulcanico complesso, formato da rocce a diversa composizione chimica originatesi a seguito di diversi fasi eruttive: il Roccamonfina. Si tratta di un complesso vulcanico molto antico oramai estintola sua ultima eruzione vulcanica risale a più di 10.000 anni fa, che presenta un sistema geotermico di bassa energia con emissioni gassose generalmente di bassa temperatura. Fanno eccezione la presenza nell'area di Suio di una serie di manifestazioni termali, utilizzate sin dai tempi antichi per cure idropiniche e termali.

Ci parla della ricerca il Prof. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , docente di Geochimica presso il Corso di Laurea in Scienze Ambientali, e autore di molti articoli su riviste nazionali ed internazionali.

 

Il gruppo di Geochimica delle Acque del  DiSTABiF ha svolto uno studio sull’acquifero del vulcano Roccamonfina sia per quanto riguarda la sua dinamica, ovvero il percorso sotterraneo delle acque di falda, che per quanto riguarda la loro composizione chimica e le interazioni con le attivtà antropiche.

 

 

Lo studio sull'acquifero del Roccamonfina è stato svolto a partire dall'analisi di più di 200 campioni di acqua prelevati in modo omogeneo nell'area del vulcano. L'analisi chimica ha evidenziato come le acque assumono una composizione chimica diversa a seconda del percorso sotterraneo effettuato. Gli elementi presenti nelle acque di falda dipendono dalla disposizione spaziale delle litologietipologie di rocce, dai termini greci lito: pietra e logos: discorso che compongono l'apparato vulcanico e dalla presenza di strutture di tipo tettonico, come le fagliefratture della litosfera con spostamento relativo delle parti, che possono influenzare le vie preferenziali di scorrimento sotterraneo delle acque. La struttura complessa del vulcano Roccamonfina, si riflette nella composizione delle acque sotterranee locali: le sorgenti dell'area presentano diversa composizione e caratteristiche, presso Suio e Riardo si hanno acque fortemente mineralizzate ed in taluni casi termali, mentre all’interno del vecchio cono collassato dell'antico vulcano sono presenti sorgenti di acqua fredda a minore mineralizzazione. Dallo studio è emerso che la falda acquifera del Roccamonfina può essere suddivisa in due bacini principali: un acquifero superficiale che segue la struttura dell'apparato vulcanico formatosi nel corso dell'ultimo periodo eruttivo, ed un acquifero profondo formato da rocce relative al periodo di attività più antico del Roccamonfina e dagli stessi prodotti, di origine sedimentaria, che formano la pianura adiacente.

In particolare sono le acque che fanno parte dell'acquifero profondo che presentano elevata mineralizzazione. Questo accade a causa della presenza nelle acque di anidride carbonica di origine geogenica (profonda), che insieme ad altre condizioni rende queste acque estremamente aggressive e facilita la reazione di idrolisiReazioni chimiche in cui una molecola viene scissa per effetto dell'aggiunta di ioni H+ e OH- dei silicatiGruppo di minerali costituenti fondamentali di tutti i tipi di rocce, la quale favorisce naturalmente il passaggio in soluzione anche di elementi indesiderati per la potabilità delle acque come Arsenico e Ferro.

Le analisi svolte hanno evidenziato che il 7% dei campioni analizzati presenta valori di nitrati superiori alla soglia di qualità consigliata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità; le acque in questione provengono dalla zona nord-est e nord-ovest del vulcano, queste concentrazioni sono associate ad un basso rapporto zolfo/azoto quindi, probabilmente, sono collegate ad attività antropiche di tipo agricolo, con utilizzo sconsiderato di fertilizzanti azotati e pesticidi.

 

 


 

Il nostro gruppo sta portando avanti una ricerca sull'utilità della divulgazione di risultati della ricerca scientifica attraverso siti internet ed i social network. Rispondendo ad un semplice questionario potrai aiutarci a capire quali sono le modalità migliori per comunicare i risultati delle ricerche svolte in campo ambientale.