Valutazione attuale: / 4
ScarsoOttimo 

 

 

All'interno della regione Campania, la provincia di Caserta è una delle aree che presenta la maggiore densità di siti dove sono stati riscontrati sversamenti illegali di rifiuti. Oltre al danno ambientale, si è riscontrata una correlazione tra contaminazione e aumento dell'incidenza di casi di cancro nell'area, in quanto le sostanze tossiche presenti nei rifiuti hanno un effetto genotossico sugli esseri viventi danneggiando il loro DNAAcido deossiribonucleico: composto organico deputato alla conservazione dell'informazione genetica.

CI parla della ricerca il Prof. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , docente di Biologia presso i Corsi di Laurea in Scienze Ambientali, Biotecnologie e Farmacia e autore di molti articoli su riviste nazionali ed internazionali

 

 

Alcuni biologi del DiSTABiF hanno condotto uno studio sullo stato dell'ambiente nella regione Campania, in aree interessate da diversi livelli di contaminazione nella provincia di Caserta, e aree di controlloZone interessate dal problema ambientale oggetto dello studio e utilizzate pertanto come riferimento nella provincia di Salerno.

 

 

Negli studi sulla qualità dell'ambiente spesso vengono utilizzati degli organismi sentinella, detti "bioindicatori", caratterizzati da elevata sensibilità a alterazioni di parametri ambientali. Gli organismi sentinella possono rispondere in modo diverso alle pressioni sull'ambiente in cui vivono, il primo tipo di risposta che mettono in atto è quella molecolare, (viene inibita la produzione di alcune sostanze nell'organismo) che si può riflettere sulla loro fisiologia e, con il passare del tempo, anche sul loro comportamento. La risposta molecolare avviene in tempi molto rapidi (ore o giorni) e permette quindi di utilizzare gli organismi sentinella come indicatori precoci del degrado ambientale.

Questo studio ha utilizzato come organismi bioindicatori le rane (Rana esculenta), in grado di evidenziare effetti nocivi causati da sostanze chimiche. Gli esemplari di rana sono stati prelevati in modo casuale in due zone della regione Campania con diversa qualità dell'ambiente, un'area della provincia di Caserta interessata da siti illegali di stoccaggio di rifiuti, ed una zona del Salernitano dove non sono note attività illegali di sversamento di rifiuti. La risposta delle rane alle pressioni ambientali è stata accertata studiando il DNA dei loro Eritrociti globuli rossi, le particelle presenti nel sangue che hanno la funzione di trasportare l'ossigeno ai tessuti, utilizzando un particolare tipo di analisi chiamato test a cometa. Il test prende il nome dall'aspetto dei frammenti di DNA danneggiati, questi appaiono come la coda di una "cometa" la cui testa è rappresentata dal nucleo della cellula e la lunghezza della coda riflette l’entità  del danno subito.

risultati del test a cometa (Maselli et al., 2010)

I risultati della ricerca hanno mostrato che le rane prelevate nella provincia di Caserta presentano importanti variazioni del DNA dovute all'azione genotossica di rifiuti sversati illegalmente. Sono state riscontrate anche variazioni nel DNA delle rane provenienti dalla provincia di Salerno, in un'area non nota alle cronache per problemi relativi ai rifiuti tossici; le rane con DNA modificato provenivano soprattutto dalla piana del Sele, interessata da agricoltura intensiva e quindi uso di pesticidi.

 

articoli correlati:

Il traffico registrato da pini

La qualità dell'aria monitorata da un Lichene

Come il centro città inluisce sulla qualità dell'aria in periferia

 


 

Il nostro gruppo sta portando avanti una ricerca sull'utilità della divulgazione di risultati della ricerca scientifica attraverso siti internet ed i social network. Rispondendo ad un semplice questionario potrai aiutarci a capire quali sono le modalità migliori per comunicare i risultati delle ricerche svolte in campo ambientale.