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Il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre. Esso deriva dall’alterazione dei minerali provenienti da rocce compatte o incoerenti, e dalla decomposizione della sostanza organica di origine vegetale ed animale. La stretta relazione genetica tra suolo e materiali genitori spiega l’influenza che questi ultimi hanno sulla composizione chimica del suolo. Infatti, in alcuni casi, i valori “anomali” di alcuni elementi potenzialmente tossici (indicati con l'acronimo inglese PTE) sono dovuti a tipologie particolari di materiali genitori. Si può parlare di contaminazione di un suolo allorquando si accerta una deviazione dalla composizione “normale”, ed è generalmente collegata a sostanze immesse nel suolo a seguito dell’intervento dell’uomo. La contaminazione del suolo rappresenta un rischio per la salute pubblica e può determinarne il divieto d’uso per fini agricoli ed extra-agricoli.

La provincia di Caserta è stata più volte indicata a livello nazionale come un'area interessata da contaminazione di diverse matrici ambientali, con particolare riferimento al suolo. Il bacino del fiume Volturno, nel tratto compreso tra Capua e Castelvolturno, è indicato come una delle aree maggiormente contaminateL'area in questione è stata compresa nel sito di priorità nazionale per gli interventi di bonifica denominato Litorale Domitio- Agro Aversano, istituito dal Ministero per l’Ambiente, e rappresenta il sito contaminato più vasto territorialmente in ambito nazionale. a seguito dello sversamento illegale e diffuso di rifiuti tossici.

 

Ci espone lo studio Prof. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , docente di Pedologia presso il Corso di Laurea in Scienze Ambientali e autore di molti articoli su riviste nazionali ed internazionali

Il gruppo di Pedologiascienza che studia di suoli in quanto corpi del paesaggio naturale in relazione alla loro distribuzione, formazione, morfologia e classificazione” (Gregorich et al., Soil and Environmental Science Dictionary, 2001) del DiSTABiF e del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale “Luigi Vanvitelli”, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio (Università degli Studi di Sassari), è stato impegnato in una campagna di monitoraggio dell’area del bacino del Basso Volturno per verificare nel suolo la presenza di PTE, e per definire se la loro concentrazione è anomala rispetto a quella riscontrabile in suoli analoghi per genesi ed evoluzione presenti nell’area.

 

L’area del bacino del Basso Volturno oggetto dello studio (Fonte Coppola et al., 2010)

 

Lo studio si è focalizzato in primo luogo sui processi evolutivi che hanno determinato l'attuale distribuzione delle differenti tipologie di suolo presenti nell'area, in modo da stabilire un riferimento (c.d. soglia di concentrazione) valido scientificamente in base al quale determinare eventuali anomalie nella presenza di PTE nelle diverse località della Piana del Basso Volturno soggette ad un monitoraggio più approfondito. Tra i diversi PTE di interesse ai fini della valutazione dello stato di contaminazione i pedologi hanno condotto lo studio sulla presenza di Piombo. Tra i PTE il Piombo (Pb) è uno degli elementi più pericolosi per i viventi, poiché in molti casi ha raggiunto concentrazioni elevate nell’ambiente per cause di origine antropica. La concentrazione di piombo nel suolo dipende dal materiale genitore da cui questo si origina, e dalla deposizione di materiali dispersi nell’atmosfera, in alcuni casi questo fenomeno può essere così importante da rendere trascurabile il piombo di origine pedologica e da modificare profondamente il ciclo di questo elemento nel suolo.

 

In alcuni casi circoscritti, riconducibili a situazioni note di sversamenti illegali di rifiuti tossici, già all’attenzione della magistratura, erano stati accertati livelli di contaminazione da Piombo tali da richiedere l’attivazione di procedure di messa in sicurezza e di bonifica.

Tuttavia, dalle conclusioni di questo studio emerge che nei suoli tipici di questa area la concentrazione di piombo è attualmente inferiore rispetto ai limiti imposti dalle norme nazionali (D.lgs. 152/2006) per le aree destinate a fini agricoli (100 mg Pb/kg di suolo). I risultati concordano con gli studi di carattere geochimico condotti a scala più vasta sull’intera regione Campania.

La campagna di monitoraggio svolta per il Piombo rappresenta una prima fase di studio dell'area, per una completa caratterizzazione delle aree soggette a contaminazione sarà necessario giungere alla determinazione delle soglie di concentrazione di altri PTE per le diverse tipologie di suolo dell’area.

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